C'è una storia antica che scorre tra le dita di chi crea, fatta di vetro fuso, di maestria artigiana e di mani pazienti che infilano sogni.

Sono le mani delle impiraresse, le donne veneziane che fin dal XVIII secolo, infilavano le minuscole perle di vetro soffiato, le contarie, dando vita a preziosi intrecci di luce e colore. Erano loro le custodi di una tradizione antica, donne forti e instancabili che intrecciavano non solo perle, ma anche speranze e bellezza quotidiana.

Le perle a lume e a soffio di Murano, così vive e mai uguali tra loro, raccontano di fuoco, di maestria e di libertà creativa. Ogni sfumatura nasce da una danza millenaria tra il vetro e la fiamma e mai nessuna è identica ad un'altra: questo le rende così speciali, così autentiche, così umane.

Le Impiraresse

Il loro nome deriva dal verbo "impirare", che in dialetto veneziano significa "infilare". Erano le donne che infilavano le perline per creare poi gioielli, decori e paramenti.

Le impiraresse erano vere e proprie artigiane di pazienza: infilavano fino a 6-7 chili di perline al giorno.

Sedute in calli e campielli lavoravano a piccoli gruppi, davanti alle loro case, armate solo delle "sessole", scatole piene di perle appoggiate sulle ginocchia. Questa attività permetteva loro di essere economicamente indipendenti, un ruolo raro per l'epoca!

La figura dell'impiraressa è oggi simbolo di artigianalità femminile e resilienza.

Le perle veneziane

Le perle veneziane, le cui prime produzioni risalgono al 1300, per secoli costituirono una preziosa merce di scambio che i mercanti della Serenissima, come Marco Polo, utilizzavano per i loro commerci.

Il vetro di Murano, materiale unico nel suo genere, è un prodotto esclusivo che permette all'artista di esprimere al meglio la sua creatività giocando con forme, colori, sfumature e brillantezza dando vita a creazioni straordinarie paragonabili a veri e propri pezzi d'arte rinomati nel mondo e riconosciuti da secoli come oggetti di prestigio e lusso.

Gli strumenti di lavorazione sono diversi, possono essere create stratificazioni usando bacchette di diversi colori l'una sull'altra, la spatola per creare forme originali, allungate o schiacciate, possono essere create delle "punteggiature" applicando gocce di colori diversi in rilievo. Esistono poi tecniche molto suggestive che prevedono l'inclusione di elementi esterni sulla superficie o all'interno della perla: foglie d'oro puro o d'argento, piccoli oggetti o fiori, che poi vengono coperti da uno o più strati successivi.

Lavorazione "a lume" e a "soffio"

La lavorazione a lume è un metodo di antichissima origine e il nome stesso ne rivela gli albori: a sprigionare il calore necessario a fondere il vetro per creare oggetti di piccole dimensioni era la fiamma di una lampada a lume. Negli anni questa strumentazione è stata sostituita da un cannello metallico collegato a una bombola di gas e ossigeno.

La tecnica della soffiatura prevede la trasformazione di una massa informe di vetro fuso in un oggetto delicato e trasparente. Calibrando la quantità e la direzione dell'aria insufflata e ricorrendo eventualmente a stampi e pinze, l'artigiano può realizzare una gamma pressoché infinita di forme.

Ogni perla d'arte realizzata con questo metodo, il più dispendioso in termini di tempo per realizzare perle di vetro, risulta un pezzo fatto a mano artigianalmente, ad alta intensità di manodopera, unica nel suo genere.

Non è un caso che nel 2020 l'Unesco abbia inserito quest'arte nella lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale.